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Si riparte, si lascia finalmente la strada carraia della montagna per iniziare la strada asfaltata. Si scende fino a Torrente Patri comunemente conosciuto come "ciumi i Rudì" che viene attraversato

per poi fare ingresso a Rodì-Milici verso le 11:30.

Qui viene fatta un'altra sosta e si riparte verso il prossimo paese, Terme Vigliatore.

Si attraversa un secondo Torrente, Torrente Mazzarà per poi fare ingresso a Terme Vigliatore.

 Qui si effettua un'altra sosta e si riparte fino a località Gibbiazzi dove il pellegrinaggio effettua una sosta molto importante di circa 2 ore e si pranza ospitati in un terreno gentilmente messo a disposizione dai proprietari dove è possibile mangiare e riposarsi all'ombra degli ulivi o sotto un enorme albero di Gelsi che porpio in quel periodo è pieno dei suoi frutti.

Ormai l'obbiettivo è vicinissimo anche se gli ultimi km sono i più duri. I pellegrini si alzano e proseguono il cammino verso il Santuario, che si avvicina sempre di più...

L'ultimo paese che si incontra prima dell'arrivo a Tindari è Falcone

i pellegrini si rifocillano con un bel Gelato o con delle bibite fresche prese al Bar di fronte all'uscita FALCONE dell'autostrada MESSINA-PALERMO e si riparte per attraversare l'ultimo grande ostacolo che separa i pellegrini dalla Madre del Tindari, 5,5Km di salita verso il promontorio!!!

Tale risalita è caratterizzata dal fatto che è piena di ampie curve e che man mano che si lascia alle spalle una di queste curve si ha l'impressione di essere arrivati ma in realtà non è così, molti perdono la forza e vengono letteralmente trascinati da altri pellegrini a braccetto ma ma la salita non è infinita e ad un certo punto si arriva finalmente al bivio di tindari dove dopo una breve sosta per raggruppare tutto il pellegrinaggio si riparte. Da qui ormai solo 1000 metri separano i pellegrini dal Santuario.

Prima curva, seconda curva, terza curva, quarta curva, il Parroco di Tindari incontra i pellegrini,

le campane iniziano a suonare, e si sale, si sale, si sale, le campane suonano sempre più forte, la stanchezza è immensa, tutti cantano "Evviva del Tindari" accompagnati dalla banda, la voce rimbomba per tutto il paese, si arriva davanti al santuario, l'emozione a quel punto travolge tutti i pellegrini che scoppiano in un pianto di gioia.

Piano piano ci si avvicina all'altare, alcuni lo fanno in ginocchio, ci si inginocchia al cospetto della Beata Vergine e baciando il pavimento dell'altare come per baciare i Suoi piedi, si saluta. Tutti, con la compostezza degna della storia di questo pellegrinaggio, si accomodano e ascoltano l'accoglienza del parroco.

Il Santuario

Bene, il viaggio termina qua, tutti i pellegrini possono sistemarsi per la notte. Le suore mettono a disposizione tre stanze presso la "Casa del Pellegrino" dove nelle prime due ci sono delle brande a due piani lungo tutta la stanza più due bagno e una doccia e nella terza ci sono dei tavoli e delle sedie utilizzate per pranzare e cenare e due bagni.

Mamma mia, mentre scrivo questa storia mi sembra di ripercorrere minuto per minuto tutte le tappe, ho la pelle d'oca, l'emozione è tanta.

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